LETTERA APERTA A UN GIORNALE WEB, O AD APPRODO NEWS
“Avete al collo tutte le targhette delle vittime, dei perseguitati, degli innocenti che avete contribuito a far diventare criminali, per un giorno, con i vostri titoli”.
Eccovi ancora, con l’occhio furente dei cani. Con la sensibilità sempre più scarna e assoggettata. Eccovi ancora, con i vostri giudizi anticipati, anche quando chiaro rifulge l’errore.
Non comprendo questa vostra ostilità al dubbio, questa vostra certezza, sempre assoluta e sempre indiscutibile. Sembra non ne sappiate nulla del condizionale d’obbligo, sembra non vi interessi la tragedia umana di chi dovrà dimostrare un’innocenza. Eppure ci siete cascati più e ripetute volte. Eppure continuate a entrarci dentro, con tutte le scarpe, nel fango della cultura del sospetto.
Siete complici di una volontà politica giustizialista, della cosiddetta tabula rasa, o per dirla meglio del lancio della rete: su di un popolo, inerme e responsabile soltanto di un’appartenenza territoriale.
L’attività giornalistica dovrebbe avere la forma sicura dell’imparzialità, della distanza; dovrebbe supportare l’obiettività e mai la partigianeria. Le Procure fanno il loro lavoro e indagano provvedono secondo ipotesi; voi dovreste farne un altro: seguire il dovere di verità. Fate spavento immobili dinnanzi a questa terra imputridita dalle indagini sbagliate, e non avete un coraggio che superi il diritto di cronaca. Ma quale differenza allora tra voi e gli altri? Strillate allo stesso modo accuse e condanne, pubblicate le stesse veline, siete amplificatori di reati ancora da verificare. Mantenete la comodità degli uomini incapaci di un discernimento, e causate danni.
Ditemi, al cospetto della vostra coscienza come vi sentite? E dico quando le persone vengono completamente scagionate, e dico quando le persone ancora lottano per dimostrarsi onesti e integerrimi nella Legge. Come vi sentite quando pubblicate le immagini segnaletiche anche quando gli uomini recuperano di fronte all’apparato giudiziale la loro onorabilità? Come vi sentite, perdio, con la vostra assurda e lesta sete giustizialista?
State affondando, chiusi nella piccola campana che vi piace ascoltare. Avete al collo tutte le targhette delle vittime, dei perseguitati, degli innocenti che avete contribuito a far diventare criminali, per un giorno, con i vostri titoli, e nell’immaginario collettivo. La vostra missione è debole, schiava, per nulla incolpevole. E la notizia di oggi, sparata su Enzo, Franco, Antonino, Vincenzo, Loredana, Maria Antonia aumenta la mia rabbia. Perché neanche loro lo meritano, come esseri umani.
I cittadini di Taurianova ancora una volta si chiuderanno nella paura di poter diventare loro stessi il prossimo bersaglio, pur sapendo di essere innocenti: come i tanti, i troppi, finiti ciononostante nel tritacarne. Ma non faranno nulla neanche in questo caso. La paura è una pessima compagnia, ed è meglio tacere, meglio non farsi notare. L’angoscia di poter diventare “notizia” è un terrore sparso negli occhi di tutti
Michele Caccamo
http://www.approdonews.it/giornale/?p=305554