Alessandro e Fabio, due cuori fuori dalla Chiesa

  Le piumette della lavanda ci lasciavano correre, e fare polvere. Come volessero farci abbandonare ogni sorta di ordine, il povero pensiero del nostro giudizio. Ed eravamo germogli contagiati dalla meraviglia, e stavamo maturando come spighe al sole, ci stavamo spingendo in avanti verso una semplice purezza. Saremo stati in cento, e davamo l’aria alContinua a leggere “Alessandro e Fabio, due cuori fuori dalla Chiesa”

BATTISTI E PANELLA: LA CONVERSIONE DELLA CANZONETTA

  E non davvero a portata di mano, ma in nessun luogo ha scelto di rifugiare i verbi: per darci da piangere o da ridere, o ancora meglio la possibilità di escluderci da questa realtà; per arrivare fino ai tempi più lontani, inibiti all’accesso della comune immaginazione, quelli che lacerano le nostre lampade vitali, eContinua a leggere “BATTISTI E PANELLA: LA CONVERSIONE DELLA CANZONETTA”

VECCHIONI, IL MERCANTE DI LUCE.

E non è vero che solo gli altari riescono a far fronte alla morte: neanche fossero il grembo dell’universo, la nascita delle nascite. Perché nell’Oltre, ed è certissimo, pur nella nostra infinita insicurezza, manteniamo intatta e intoccabile la coscienza della parola. E se così non fosse negli scaffali di un libraio si troverebbe pur sempreContinua a leggere “VECCHIONI, IL MERCANTE DI LUCE.”

La nuvola di Ezio Bosso

Un bruscolo, rimbalzato per missione: dalle sue dodici eternità, dall’illimitato tempo del non essere. Un messaggero della beatitudine che riporta le stanze della nostra esistenza, fissandosi lui stesso nella dodicesima: della perfezione e della completezza. Bosso, è ormai evidente, a Sanremo non ha suonato il piano, ma ci ha portati al valore sapienziale dell’Universo, agliContinua a leggere “La nuvola di Ezio Bosso”

La sera che Gaio Chiocchio non pianse, neanche per il dolore.

Ha camminato la sua vita a culo indietro, come volesse tornare verso l’origine: e infilarsi di nuovo nelle acque della pancia, nel guscio dorato della protezione. Gaio Chiocchio aspettava la sera, per nascere. A quanti gli dicevano “torna a casa” ripeteva che non dovevano considerare un capriccio la sua assenza, perché lui era adatto perContinua a leggere “La sera che Gaio Chiocchio non pianse, neanche per il dolore.”

La canzone civile e senza prudenze di Claudio Baglioni

In qualche strato del globo ci saranno pure gli “esploratori del futuro”, a fare i garzoni per separare le rocce profane e, per come chiedeva Evtusenko, a rendere più illuminato il racconto umano: la nostra essenza, lo sappiamo, è una conca piena di semi e pure in questo buio ha una bella fioritura; una grafiaContinua a leggere “La canzone civile e senza prudenze di Claudio Baglioni”

Lettera a Susanna Schimperna (a proposito di Cattivi Pensieri)

Cara Susanna, nel tuo manuale di studio, “Cattivi Pensieri”, hai raccolto ogni particella viva, che fosse eletta o dannata, per elaborare la più completa e ragionata anatomia dell’esistente; e ritengo eccelsa la tua capacità di qualificazione ed elevazione dell’Io-Essenza. Sono fondamentali, per una rapida comprensione, i distinguo che fai tra percezione e realtà, tra intimoContinua a leggere “Lettera a Susanna Schimperna (a proposito di Cattivi Pensieri)”

Dio, io vorrei. (Proposte per il nuovo anno).

Vorrei raccogliere i frammenti dei miei ossicini portati al rogo, per poi far tacere per sempre chi non si è preso cura di me. Vorrei si perdessero le siringhe che ancora mi gonfiano di dolore. Vorrei si perdessero, al primo dispiacere, i cuori freddi e torbidi che mi hanno disconosciuto. Vorrei che l’uomo buono cheContinua a leggere “Dio, io vorrei. (Proposte per il nuovo anno).”

Gesù, non nascere

Gesù, non nascere. Non ci troveresti. Le ali di Lucifero hanno colmato di buio la nostra terra; hanno avvilito il cielo e sparso da ponente a levante nuvole di piombo e sangue; hanno messo a morire le anime dell’infanzia e chiuso con foglie di cicuta le bocche, che avevi pensato buone per le rivolte. NonContinua a leggere “Gesù, non nascere”

Dio è un’interconnessione operosa (o la supplica di un Cristiano)

Fratello mio, ciò che è tuo mi appartiene, perché proviene dalla pianta dell’unisono; perché anche io l’ho, nel mio futuro probabile, la tua matrice divina. Tu senza toccarmi sei le mie mani e la mia pelle. Tu sei il mio bacio, la mia carne lacerata,  sei il mio numero successivo, la radice o la fiondaContinua a leggere “Dio è un’interconnessione operosa (o la supplica di un Cristiano)”