Cara Susanna,
nel tuo manuale di studio, “Cattivi Pensieri”, hai raccolto ogni particella viva, che fosse eletta o dannata, per elaborare la più completa e ragionata anatomia dell’esistente; e ritengo eccelsa la tua capacità di qualificazione ed elevazione dell’Io-Essenza.
Sono fondamentali, per una rapida comprensione, i distinguo che fai tra percezione e realtà, tra intimo e pubblico: vi è in questo una rara abilità, necessariamente minuta, di recidere il nervo che lega la carne alla Bellezza; e per carne intendo quella costruzione, fisica, dell’alfabeto globale che ci sta rendendo sempre meno affascinati dal nostro mistero e alimenta, vieppiù, una regressione sentimentale.
Pur desiderando una visione maggiormente mistica, condivido pienamente la teoria del circolo e della sua atmosfera amorosa: un esempio di lungo miglioramento non con l’assenza ascetica ma con la comunione sociale, quasi mai collettiva, basata sul confronto e sull’ascolto. E’ un ideale che va ancor di più esaltato permettendo vi sia una progressione interamente abilitata al perfezionamento dell’Anima, alla sua espansione fino all’Oltrespazio; ovvero, nell’inimmaginabile, sempre verso l’alto. “Altrimenti cosa esisterebbe a fare il cielo” (Rocchi), non dovesse proteggere la “risorgenza spirituale?
Ma è fondamentale, a questo punto e prima di andare avanti, che io ricordi e ripercorra un bellissimo poema indiano sulla Creazione e sul Circolo senza inizio né fine. E mi richiami a Brahma, il Centro del Circolo, al primario incontro tra Eros e Amore. Perché fu nel vuoto infinito che Brahma desiderò, per la prima volta, di fecondare la fedele Maya Creatrice: dal suo seno partorì milioni di punti luce che si sparsero nello Spazio; da quel pulviscolo nacquero miriadi di esseri, quelli che io definisco “le schiere dei bambini d’oro”. Erano la Perfezione. Volendo dunque ambire al cerchio del rientro in quella perfezione, è essenziale identificare l’indispensabile puro: abbandono di Scienza E Conoscenza, apertura al sapere e Sentimento. Solo cosi quel Cerchio sarà culla anche per noi, quando diventeremo Viventi Eterni. Ma nel descrivere sento quanto antica sia la meraviglia dell’Amore, finanche desueta.
L’uomo sa di aver perso il suo inizio maiuscolo e oggi, per sentirsi ingigantito, si mette alla pari con il suo possesso: uno schiavo infelice che non credo riuscirà, come invece auspichi, ad avere un “accesso diretto alla realtà con il corpo, non soltanto con la mente”, perché ha collane di lacciuoli che lo trattengono nel mondo che gli hanno figurato e che sembra gli faccia più comodo: vivere nei sogni stanca, sì. Ma la truffa e l’inganno non finiscono qui. Perciò. L’Anarchia viene dettata come fosse un’astrazione o ancor più spesso come paragone con il libertinaggio. E c’è una strana, quanto sospetta, attenzione a non farla intendere come si dovrebbe: cultura dell’equilibrio e dell’appacificazione; giustizia sana; allegria del corpo; libertà del pensiero e dell’Anima; unità sociale; mutuo soccorso.
Susanna, ritengo, purtroppo, che l’intelletto umano sia un muro, un luogo di ristagno.
Il cuore è forsennato nel suo respiro da manicomio, costretto alle aritmie da una società veloce; sa che il mondo buono è lontano, dalla tirannia in cui ci siamo cacciati, e il suo suono è sospeso nell’orrore , nella tristezza: che ci rimane attaccata come una scimmia.
Perdonami, mia cara, se non so dire d’altro ma so poco della critica letteraria (scrivo per sentimento non per conoscenza); volevo comunque darti la mia emozione. Puoi ignorarla, pubblicarla, strapparla. Al cestino della carta preferisco il fuoco.
Baci, Michele.