Non credevo mi potessi lasciare un martello nella testa, mi mettessi in un universo vuoto. Mi hai piantato qui, così. Cazzo, potevi aspettare. Opporti a Dio: Lui sa solo farci andare in polvere, metterci le pietre in faccia; potevi suonargli la tua musica nel cervello, farlo svegliare dal buio della sua stanza; potevi dirglieloContinua a leggere “Goran, Dio è meno vivace di te. (Ti supplico, torna indietro).”
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Chiara e le fate
E si cade in un’illuminata freschezza: come se a guidarci fossero i passi di una bambina, e le sue fate che rilucono dall’alto. Qui tutto è pacato, messo in equilibrio, senza vi sia un contrasto possibile. Chiara appare appena nell’armonia che sa creare: non aggredisce turbando l’ascolto, ma carezza con la sua vena intimista. SembraContinua a leggere “Chiara e le fate”
BATTISTI E PANELLA: LA CONVERSIONE DELLA CANZONETTA
E non davvero a portata di mano, ma in nessun luogo ha scelto di rifugiare i verbi: per darci da piangere o da ridere, o ancora meglio la possibilità di escluderci da questa realtà; per arrivare fino ai tempi più lontani, inibiti all’accesso della comune immaginazione, quelli che lacerano le nostre lampade vitali, eContinua a leggere “BATTISTI E PANELLA: LA CONVERSIONE DELLA CANZONETTA”
FRANCESCO DI GIACOMO E RODOLFO MALTESE O DELLA NUOVA TEOLOGIA
A volte gli Angeli hanno bisogno di una diversa voce sentimentale, non solo di un’ugola capace di appassionarsi a un’estensione ma anche di un ruolo musicale da contrapporre allo sbaglio del caos: loro lo sanno che per la conversione incide di più una musica elevata che non i residuati brandelli della teologia. È perContinua a leggere “FRANCESCO DI GIACOMO E RODOLFO MALTESE O DELLA NUOVA TEOLOGIA”
VECCHIONI, IL MERCANTE DI LUCE.
E non è vero che solo gli altari riescono a far fronte alla morte: neanche fossero il grembo dell’universo, la nascita delle nascite. Perché nell’Oltre, ed è certissimo, pur nella nostra infinita insicurezza, manteniamo intatta e intoccabile la coscienza della parola. E se così non fosse negli scaffali di un libraio si troverebbe pur sempreContinua a leggere “VECCHIONI, IL MERCANTE DI LUCE.”
Per le mie spine. Adieu, mes amour.
Se avessi in un fascio i ricordi li terrei in alto fino a stancarmi la mano. Se non li avessi visti andare verso la solitudine, li metterei a festa. E quanto vorrei mi girasse il sangue verso il passato, verso quella gioventù che attendo torni. Adieu mes amours metto davanti a me tutte le spine;Continua a leggere “Per le mie spine. Adieu, mes amour.”
La nuvola di Ezio Bosso
Un bruscolo, rimbalzato per missione: dalle sue dodici eternità, dall’illimitato tempo del non essere. Un messaggero della beatitudine che riporta le stanze della nostra esistenza, fissandosi lui stesso nella dodicesima: della perfezione e della completezza. Bosso, è ormai evidente, a Sanremo non ha suonato il piano, ma ci ha portati al valore sapienziale dell’Universo, agliContinua a leggere “La nuvola di Ezio Bosso”
La sera che Gaio Chiocchio non pianse, neanche per il dolore.
Ha camminato la sua vita a culo indietro, come volesse tornare verso l’origine: e infilarsi di nuovo nelle acque della pancia, nel guscio dorato della protezione. Gaio Chiocchio aspettava la sera, per nascere. A quanti gli dicevano “torna a casa” ripeteva che non dovevano considerare un capriccio la sua assenza, perché lui era adatto perContinua a leggere “La sera che Gaio Chiocchio non pianse, neanche per il dolore.”
Fiorella de la mancha -La Mannoia, la combattente-.
È come trovarla accanto alle pale dei mulini, alle nostre volontà consumate. Siamo uomini stanchi. Ci scendono nelle carni le ortiche, e le pietre cadono come fossero gridi mortali: la nostra vita piange per assuefazione al dolore: è finita in un universo di solitudini, di esclusioni e di siringhe avvelenate. Noi siamo soltanto uomini inContinua a leggere “Fiorella de la mancha -La Mannoia, la combattente-.”
Lettera tardiva a Mia Martini
Potessi aspetterei duemila o più di tremila anni pur di poterti cercare. Per poterti chiedere come sei poi riuscita a levarti di dosso la polvere dell’ostilità umana. Per chiederti come adesso vedi gli asini e gli sciocchi: proprio quelli che hanno pianto quando sei partita, quelli che ti hanno creduta Donna illegittima; proprio quelli cheContinua a leggere “Lettera tardiva a Mia Martini”